Friday, December 01, 2006

Ecco un volto


Aloise

Wolfli

“Ecco un volto. Inutile dirvi che è un demone. E’ un demone che viene da lontano, è un demone dell’Etiopia. Gli occhi sono dei buchi neri. Il buco nero è come circondato dalle spire di un serpente. Ogni volta che c’è una spira di serpente si può, non è obbligatorio, non ci sono regole in magia, si può mettere un occhio. E allora cosa ne risulta?
È su papiro, dunque giallastro, muro bianco, buco nero. E che cos è?
Vi ricordate le storie dell’Etiopia? E quindi torniamo al problema del potere. E’ vero quello che si dice. Il Negus, prima della sua destituzione, aveva una corte di maghi straordinaria e il suo sguardo come buco nero era conosciuto. E il Negus aveva ripreso tutta una serie, tutta una discendenza a partire da Salomone, in cui gli occhi sono determinati come buchi neri. il potere magico del buco nero. E il Negus quando faceva i suoi giri nell’ambiente contadino, faceva leva su questa magia, che è tipicamente etiopica. C’è solo un altro caso un po’ simile che fa pensare a queste cose, ma è molto diverso. Sono certi documenti pubblicati nel Cahier de l’Art Brut. Per esempio per quelli che conoscono un disegnatore come Wolfli che è stato internato in svizzera credo per molto tempo, faceva solo dei volti composti da un tondo e dagli occhi come buchi neri. Oppure un’altra celebre esponente dell’Art Brut, Aloise, fa degli occhi buchi-neri. Anche lei è stata internata a lungo. I disegni di Aloise e di Wolfli, in due stili, sono puri buchi neri su un fondo bianco pieno di miniature eccetera.”

Gilles Deleuze

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