Nick Drake

Questo racconto è ispirato
Alla vita di un musicista inglese
Degli anni Settanta
Il suo nome è Nick Drake.
Circa dieci anni fa lessi sulla rivista di musica
Rockerilla la vita,
breve e fulminante
di questo poeta che
malato di depressione
si uccise con una overdose
di psicofarmaci ( ANTIDEPRESSIVI ).
Una cosa da allora
Non riesco a togliermi dalla testa
l’immagine di lui,
che come testimoniava uno scritto
rimaneva immobile
non so per quanto
a fissare le sue scarpe.
Questa poesia in forma di racconto
La dedico a questo grande cantore e alla sua chitarra.

Povera luna
Povera luna di poteri
Povera, non lo sapeva?
Non lo sapeva che lasciare quella testa china ore a fissare un paio di scarpe dal tacco arancione
L’avrebbe bruciato?
Non lo sapeva.
Guarda Nick, gli dicevano, guarda la violenza di questa notte
Nick?
Nick? Nick?

Che non ci fosse un tempo, per lui era evidente
Evidente come quando appoggiato all’albero, all’albero che la luce rivestiva di rosa,
di rosa si perdeva
lasciando in una danza ritmata
il palmo e poi
il dorso, della mano sull’erba

Aveva messo le mani sulle cosce e spinse il corpo in avanti
Un buco nel muro
Un chiodo a terra, una manciata di secondi per riprendersi la memoria.
Bisognava andare a letto, era lì,
un filo bianco se ne stava attorcigliato alla coperta
la madre aveva riordinato la stanza
cinque anni erano passati
cinque anni erano passati e quel filo non aveva ceduto le sue pieghe
all’invito di una finestra che ogni giorno lasciava le tende gonfiare

Bisognava prendere le pillole
Le sue pillole le portava sempre
Una manciata in tasca, chiuse in un fazzoletto bianco.
Una volta messe sulla tavola, allineate in due file:
fedeli, seguivano il taglio del legno.
Erano belle a guardare, non aveva sonno.
S’era toccato gli occhi e non aveva sonno quando piegato a terra, il mento schiacciato, la bocca in un disgustoso latrato ingollò la soffice pena, piegò il collo, restituendo la vita alla sua estremità
Il sogno.

lebo